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BIOGRAFIA

Gianni Melotti (1953), Firenze, Italia.

Studia arte e fotografia a Firenze.

Dal 1974 lavora come fotografo professionista presso art/tapes/22, casa di produzione video d’artista di Maria Gloria Bicocchi, a Firenze. Qui documenta la ricerca video di numerosi artisti internazionali tra cui: Giuseppe Chiari, Bill Viola, Chris Burden, Daniel Buren, Douglas Davis, Alvin Lucier, Urs Lüthi, Gérald Minkoff, Jean Otth, Nam June Paik, Charlemagne Palestine, Giulio Paolini, Arnulf Rainer, Sandro Chia, Takahiko Iimura, Terry Fox. Il materiale fotografico originale backstage e still frame di art/tapes/22 è conservato nel suo archivio e si compone di oltre 2000 scatti.

Negli stessi anni fotografa l’attività di Zona non profit art space di Firenze, dove, in più occasioni, inizia a presentare la propria ricerca artistica.

Dal 1975, insieme all’attività di documentazione fotografica legata alla performance e al teatro d’avanguardia, la sua attenzione si concentra sul rapporto tra fotografia, processo di sviluppo in camera oscura e arte, partecipando a esposizioni internazionali e numerose pubblicazioni.

Nel 1985 inizia a realizzare la serie di sculture di silicone dalle sembianze di quadri quadrati con cornice, denominate Pelli/Pellicole in polimero trasparente e in seguito la serie monocroma Pigmenti con inclusione di naturale pigmento puro.

Dei primi anni Novanta sono i lavori in differenti tipi di argilla o in pietra, in cui il soggetto è la fedele rappresentazione tridimensionale, nella medesima scala, dei nuovi strumenti tecnologici digitali che hanno invaso il nostro panorama quotidiano.

La rappresentazione dell’immagine è sempre il soggetto della sua ricerca. Con la fotografia o altri strumenti di riproduzione registra costantemente per poi restituire il soggetto sotto forma di significati differenti. Il suo lavoro è una riflessione sulle immagini come si manifestano, come vengono percepite, come vengono discusse e ricordate. Non esistono in realtà differenze di tecniche (tra oggetto fotografato e scultura) ma solo di contesto in cui avviene quella data esperienza visiva, immaginativa, processuale.

Negli ultimi anni, con la produzione di numerose serie di lavori fotografici, continua il suo dialogo approfondendo il rapporto tra l’attenzione dello sguardo e dell’espansione dell’istante.

Nel 2011, a Venezia, partecipa alla mostra “Video Medium Intermedium”, a cura di Bice Curiger, in cui sono esposte le sue fotografie di art/tapes/22 di proprietà dell’Archivio Storico delle Arti Contemporanee (ASAC) de La Biennale di Venezia.

Nel 2013 partecipa alla mostra “Parole, parole, parole…” al Museo Pecci di Milano.

Dal 2014 alcune sue fotografie fanno parte della collezione permanente del Museo Novecento di Firenze.

Nel 2017 oltre cento fotografie relative agli anni di art/tapes/22 sono esposte a Firenze in Palazzo Strozzi, all’interno della mostra Bill Viola. Rinascimento Elettronico. Dello stesso anno sono le pubblicazioni del libro art/tapes/22 video tape production (Giunti Editore) e dell’edizione in trecento esemplari numerati dal titolo WETZLAiR (Aria di Wetzlar) in occasione della mostra omonima a Leica Store di Firenze.

Nel 2018 la mostra personale “Lavori in corso” allo Studio Dabbeni di Lugano (CH), la presentazione del lavoro Piano Bar (1977) al MIART di Milano e la partecipazione con un progetto specifico alla mostra “Paesaggi Mentali / Traiettorie Naturali”, a cura di Lorenzo Bruni, evento collaterale di Manifesta 12, al Museo di Geologia G.G. Gemmellaro di Palermo.

Nel 2019 la pubblicazione dell’edizione La storia segreta delle 32 immagini di finta guerra (89books) e del libro La fotografia è facile. Giuseppe Chiari nelle immagini degli anni Settanta (Giunti Editore).

Nel 2020 partecipa alla mostra “Giuseppe Chiari. Suono, Parola, Azione”, a cura di Stefano Verri, alla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi – Palazzo Bisaccioni, Jesi, con due opere relative alla collaborazione con Giuseppe Chiari. Nello stesso anno la Fondazione Ragghianti propone due mostre contemporanee “L’avventura dell’arte nuova. Anni 60-80. Cioni Carpi e Gianni Melotti”, rispettivamente a cura di Angela Madesani e Paolo Emilio Antognoli, che intendono indagare il periodo di grande fermento nell’arte italiana degli anni Sessanta, Settanta, Ottanta del Novecento.

Nel 2020 il libro La fotografia è facile – Giuseppe Chiari nelle immagini degli anni Settanta (Giunti Editore) vince il primo premio nella categoria Monografie dell’European Book Prize (FEP - Federation of European Professional Photographers).

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BIOGRAPHY

 

 

Gianni Melotti (1953), Florence, Italy.

He studied art and photography in Florence.

From 1974 he worked as a professional photographer at art/tapes/22, Maria Gloria Bicocchi’s video-art production house in Florence.  Here he documented the video research of numerous international artists including: Giuseppe Chiari, Bill Viola, Chris Burden, Daniel Buren, Douglas Davis, Alvin Lucier, Urs Lüthi, Gérald Minkoff, Jean Otth, Nam June Paik, Charlemagne Palestine, Giulio Paolini, Arnulf Rainer, Sandro Chia, Takahiko Iimura and Terry Fox.  The original backstage photographic material and still frames of art/tapes/22 are preserved in his archive and consist of over 2000 photos.

During the same period he photographed the activities of the Zona non profit art space in Florence where, on several occasions, he began to present his own artistic research. 

From 1975, together with his activities of photographic documentation linked to performance and avant-garde theatre, he concentrated his attention on the relationship between photography, the dark room development process and art, taking part in international exhibitions and numerous publications.

In 1985 he began to realize the series of silicon sculptures which had the appearance of square paintings in a frame called Pelli/Pellicole in transparent polymer and, subsequently, the monochrome series Pigmenti which included pure natural pigment.

From the early Nineties he produced works in different types of clay or in stone, in which the subject was a faithful three-dimensional representation, in the same scale, of the new digital technological instruments that have invaded our daily lives.

The subject of his research has always been the representation of the image.  He constantly uses photography or other instruments of reproduction to make recordings in order to subsequently hand the subject back in the form of different meanings.  His work is a reflection on images as they manifest themselves, as they are perceived, as they are discussed and remembered.  In reality there are no differences in technique (between the photographed object and the sculpture) just the context in which that given visual, imaginative, procedural experience takes place.

In recent years, with the production of numerous series of photographic works, he has continued his dialogue, examining in greater depth the relationship between the attention of the act of looking and the expansion of the instant.  

In 2011 he took part in the “Video Medium Intermedium” exhibition in Venice, curated by Bice Curiger, where his photographs of art/tapes/22 owned by the Venice Biennale’s Archivio Storico delle Arti Contemporanee (ASAC)-Historic Archive of Contemporary Arts were displayed. 

In 2013 he took part in the “Parole, parole, parole…” exhibition at the Museo Pecci in Milan.

Since 2014 some of his photographs have been part of the permanent collection at the Museo Novecento in Florence.

In 2017 over a hundred photos related to the years at art/tapes/22 went on display in Palazzo Strozzi of Florence as part of the “Bill Viola. Electronic Renaissance” exhibition. The same year saw the pubblications of the book art/tapes/22 video tape production (Giunti Editore) and the art edition WETZLAiR (Air of Wetzlar) in three hundred copies numbered for the homonym exhibition in Florence Leica Store.

In 2018 he shows the solo exhibition “Lavori in corso” at the Studio Dabbeni in Lugano (CH), the work Piano Bar (1977) at the MIART in Milan and the participation with a specific project at the exhibition "Mental Landscapes / Natural Trajectories", curated by Lorenzo Bruni, collateral event of Manifesta 12, at the G.G. Gemmellaro Geological Museum in Palermo.

In 2019 the pubblications of the art edition La storia segreta delle 32 immagini di finta guerra (89books) and the book Photography is easy. Giuseppe Chiari in the photographs from the Seventies, english version (Giunti Editore).

In 2020 he took part in the “Giuseppe Chiari. Suono, Parola, Azione”, curated by Stefano Verri, at the Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi – Palazzo Bisaccioni, Jesi, with two artworks related to the relationship with Giuseppe Chiari. In the same year the Fondazione Ragghianti presents two contemporary exhibitions “L’avventura dell’arte nuova. Anni 60-80. Cioni Carpi e Gianni Melotti”, curated by Angela Madesani e Paolo Emilio Antognoli, which intend to investigate the great ferment in the Italian art of the sixities, seventies and eighties.

In 2020 the book Photography is easy – Giuseppe Chiari in the photographs from the Seventies (Giunti Editore) wins the first prize in the Monographs category of the European Book Prize (FEP - Federation of European Professional Photographers).

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photo © 2018 Maria Silva Papais